Aforismi, proverbi, poesie, detti e modi di dire sul Carnevale.

Aforismi, proverbi, poesie, detti e modi di dire sul Carnevale

Molti di voi avranno sicuramente almeno una volta sentito dire un proverbio o un detto sul carnevale. Molti di questi sono a tema giocoso o scherzoso, ma anche mangereccio o premonitore, altri si differenziano dal luogo e dal dialetto che si usa nei vari paesi.

Vi proponiamo una carrellata di proverbi e detti di Carnevale:

  • A Carnevale ogni scherzo vale. (Vale a dire che ogni scherzo è ammesso, anche il più pesante).
  • A Carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale.
  • A Carnevale ogni scherzo vale e chi si offende è un gran maiale.
  • A Carnevale il povero va a zappare.
  • A Carnevale si conosce chi ha la gallina grassa.
  • A Carnevale tutto è lecito.
  • A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi.
  • A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti.
  • Amore nato a Carnevale, muore a quaresima.
  • Carnevale a casa d’altri, Pasqua a casa tua, Natale in corte.
  • Carnevale al sole, Pasqua al fuoco. (Ossia i divertimenti a carnevale e la penitenza a pasqua)
  • Carnevale al fuoco, Pasqua al sole.
  • Carnevale col sole, Pasqua molle.
  • Carnevale o quaresima, per me è sempre la medesima.
  • Carnevale guarisce ogni male.
  • Carnevale in casa d’altri e Natale in casa tua.
  • Carnevale, giorno sempre triste per me che amo la quiete ed il silenzio (Edmondo De Amicis)
  • Chi è nato di Carnevale, non ha paura di brutti musi.
  • Chi non gioca a Natale, chi non balla a Carnevale, chi non beve a san Martino (11 novembre), è un amico malandrino.
  • Chi si marita male non fa mai carnevale. (Chi fa un cattivo matrimonio, non gli va di divertirsi)
  • Da san Luca (18 ottobre) a Natale, tutti studiano uguale; da Carnevale a Pasqua, chi studia e chi studiacchia.
  • Da Natale a Carnevale non c’è vigilia da osservare, se San Mattia non appare.
  • Di Carnevale, il povero a zappare. (Durante il carnevale, nei tempi antichi, il povero non poteva permettersi di non lavorare per festeggiare)
  • Durante il Carnevale, l’uomo mette sulla propria maschera una maschera di cartone.
  • E’ come un cardo senza sale, far col marito il Carnevale. (Ossia, bisogna essere trasgressivi)
  • Fa carnevale in maniera di poter fare pure una buona Pasqua. (Cerca di non sprecare troppo e tieniti qualcosa anche per il futuro)
  • I Carnevali passano, certe maschere restano. (Jean-Paul Malfatti)
  • L’amore di Carnevale muore in quaresima. (A carnevale tutto è frivolo e anche l’amore è dato dal momento o dal vino e quindi finisce presto)
  • La quaresima è dopo il Carnevale.
  • La gola, il ballo e il gioco in carnevale, vidi ogni anno a qualcuno esser fatale.
  • Mentre gli altri si sollazzano nel carnevale, ai poveri tocca faticare per vivere.
  • Natale senza denari, Carnevale senza appetito, Pasqua senza devozione si fanno male.
  • Natale stizzone, Carnevale solleone.
  • Nel quotidiano le persone si nascondono sotto varie maschere. Nel carnevale le maschere svelano il loro vero volto.
  • Non c’è Carnevale senza la luna di febbraio.
  • Quando il padre fa Carnevale, ai figlioli tocca far quaresima. (Nel senso che se il padre spreca durante la festa di carnevale per i figli rimarrà ben poco).
  • San Valentino e Carnevale cadono nello stesso mese. Trovo stupido mettere così vicino due feste di maschere.
  • Se pensi sempre al male, buonanotte al Carnevale. (Bisogna essere disinibiti)
  • Semel in anno licet insanire. (Detto latino sul Carnevale, “Una volta all’anno è consentito esagerare”)
  • Tutti i cibi in quaresima fan male, a chi abusò di tutti in carnevale.

A Nepi i proverbi di Carnevale si allargano anche a Sant’Antonio, poichè l’evento avviene durante il periodo di questa festività e quindi proponiamo questi proverbi:

  • La Befana tutte le feste porta via; risponse Sant’Antonio: “piano, piano, che c’è la mia”.
  • San Lorenzo della gran caldura, Sant’Antonio della gran freddura, l’una o l’altra poco dura.
  • Sant’Antonio di gennaio, porta grano nel granaio e mezza paglia nel pagliaio.
  • Sant’Antonio con la barba bianca, se non piove, la neve non manca.

 

Filastrocca sul Carnevale di Gabriele D’Annunzio amante del vizio e degli eccessi scrisse questa poesia in rima:

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.

Poesia sul Carnevale: Maschera di Trilussa:

Vent’anni fa m’ammascherai pur’io!
E ancora tengo er grugno de cartone
che servì p’annisconne quello mio.
Sta da vent’anni sopra un credenzone
quela Maschera buffa, ch’è restata
sempre co’ la medesima espressione,
sempre co’ la medesima risata.
Una vorta je chiesi: “E come fai
a conservà lo stesso bon umore
puro ne li momenti der dolore,
puro quanno me trovo fra li guai?
Felice te, che nun te cambi mai!
Felice te, che vivi senza core!”.
La Maschera rispose: “E tu che piagni
che ce guadagni? Gnente! Ce guadagni
che la gente dirà: Povero diavolo,
te compatisco… me dispiace assai…
Ma, in fonno, credi, nun j’importa un cavolo!
Fa’ invece come me, ch’ho sempre riso:
e se te pija la malinconia
coprete er viso co’ la faccia mia
così la gente nun se scoccerà…”.
D’allora in poi nascónno li dolori
de dietro a un’allegia de cartapista
e passo per un celebre egoista
che se ne frega de l’umanità.